LA NOSTRA PICCOLA BARCA
di Maria Pia Rossignaud
Cosa ricordo di Giancarlo? Il suo sorriso ironico e, prima, le nostre battaglie a flipper quando meno che adolescenti ci siamo incontrati a Vico Equense, paese crocevia delle nostre vite. Perché? Perché da sorella maggiore preoccupata delle pene d’amore di Daniela, sorella minore, riportai Giancarlo nella sua vita. La scusa fu banale: esame da pubblicista documenti e prassi da conoscere e condividere. “Dani ti lascio questo plico per Giancarlo, lo ricordi certamente. Passavamo le estati a giocare a flipper. Ora insieme cerchiamo di diventare giornalisti”.
Il giornalismo ci aveva, infatti, riunito per le tappe obbligate da superare per arrivare all’agognato tesserino. Allora la vita è bella. Siamo giovani speranzosi avidi di vita e felicità che significa, anche, la nostra piccola barca, di Daniela e mia. Uniche donne a sfrecciare sole nello specchio d’acqua che da Vico Equense porta alla baia di Jeranto, non ancora riserva naturale.

Adesso che anche Daniela non c’è più, posso solo ricordare la barca e quei due che correvano via ed io che pregavo: “Vengo anch’io?” e loro: “No tu no”. E con due facce sorridenti e un po’ beffarse ripetevano: “Devi rimanere…. se chiamano dal giornale qualcuno deve pur rispondere”.