DA GRANDE VOGLIO FARE IL GIRONALISTA
Le centinaia di pagine scritte da Giancarlo Siani, in poco più di sei anni,
sul quotidiano «Il Mattino» e sulla rivista sindacale «Il lavoro nel Sud» sono un documento impressionante della cultura, dell’entusiasmo di vita, della partecipazione intensa per i problemi e le difficoltà degli altri di un giovane che titolerà uno dei suoi primi articoli Da grande voglio fare il giornalista. Era la tarda primavera del 1979.
Nell’estate 1980 cominciava la collaborazione al quotidiano napoletano. Era appena passato ferragosto, ma erano subito inchieste dure sul disagio della condizione giovanile, sulla mancanza di lavoro, le attese, le illusioni, «inseguendo speranze», vivendo male nelle stanze affittate a caro prezzo dagli studenti fuori-sede.
La camorra
Sul finire del 1980 inizia il lavoro di cronista da Torre Annunziata: il terremoto ha colpito qui anche il contrabbando delle sigarette. Un anno dopo, novembre ’81, l’attento cronista informa, da Torre, che è aumentato il commercio di eroina e cocaina, è in corso la prima guerra di camorra tra cutoliani e anticutoliani.
La deindustrializzazione
Gli affari della camorra
Una settimana dopo il cronista indica qual è il “mercato florido” a Torre. «La merce-droga ha evidentemente trovato un sistema di circolazione e traffico già segnato ed ampiamente sperimentato dal contrabbando di sigarette, un’attività oggi ridimensionata ma sempre sotto il controllo della camorra».
A fine maggio ‘84 denuncia con forza «le mani sulla città» imposte dalla camorra. “Città violenta”, “centro del traffico di droga”, “serbatoio di killers per la camorra”, scrive, sono «definizioni che la città si porta dietro da anni senza riuscire a scrollarsi di dosso un’immagine di “terra di nessuno e di violenza”».

La strage di Sant’Alessandro, 26 agosto 1984
Ma la crisi industriale procedeva senza soste, con licenziamenti continui di operai: dopo l’Imec era la volta, a ottobre, della fabbrica elettromeccanica Conato. Si mobilitavano invece gli studenti, per la prima volta, e sfilavano in migliaia per le strade di Torre.
Camorra e politica
L’otto giugno 1985 veniva arrestato dai carabinieri a Marano Valentino Gionta, che s’era rifugiato nella masseria dei Nuvoletta l’anno prima, subito dopo l’assalto di Bardellino e Galasso a Poggio Vallesana.
L’articolo del 10 giugno
La condanna a morte
Dopo l’arresto di Gionta, Siani fu richiamato a Napoli dal giornale e cominciò a scrivere, dal 1° luglio, di cose napoletane. Naturalmente sempre con un contratto precario. Il ragazzo che da grande voleva fare il giornalista fu raggiunto sotto casa sua, a Napoli, dalla sporca vendetta della camorra mafiosa, il 23 settembre 1985. Il giorno dopo i Nuvoletta festeggiarono questa impresa con un pranzo nella loro tenuta. Nel 1997 la Corte di Assise di Napoli condannò per questo delitto all’ergastolo, con isolamento diurno per tre anni, Angelo Nuvoletta, Valentino Gionta e Luigi Baccante; Lorenzo Nuvoletta e altri intanto erano già morti, alcuni ammazzati.
Giancarlo Siani voleva fare solo il giornalista.